I divertimenti della domenica – prima parte

Nei primi anni 60, il mio gruppo era formato da una decina di ragazzi quasi tutti sedici-diciassettenni ma una altra cosa in comune oltre all’età l’avevamo, pochi soldi in tasca da spendere e tanta voglia di divertirci, tutti sempre pronti ad aiutarci a vicenda se uno di noi quella domenica aveva qualche problemino economico.

La domenica pomeriggio ci si ritrovava tutti in un bar alla periferia di Bologna, il “Bar Samoggia” e si decideva cosa fare e dove andare a trascorrere il pomeriggio.in occasione di una festa di carnevale

foto scattata in occasione di una festa di carnevale ad una parte della compagnia –

Le soluzioni erano diverse;

a)andare tutti a ballare, di solito in un circolo privato “ Spartaco”. In quel locale si suonava la musica dal vivo, il complesso che andava per la maggiore era quello dei “Jolly”.

b)recarsi sul monte della guardia “San luca”. Se i soldi erano pochi si andava a piedi o con la funivia se ne avevamo abbastanza per pagare il biglietto per tutti.

c)recarci ai giardini Margherita, il giardino pubblico più importante della città dove c’era anche la possibilità di “rimorchiare” qualche ragazzina incontrata in quel giardino oppure fare amicizia con altri gruppi.

d)fare una passeggiata in Centro. Il centro era molto bello e pulito, ci si incontravano intere famiglie, le signore guardavano le vetrine mentre i mariti con passo frettoloso non vedevano l’ora di arrivare in piazza Maggiore per “smollare” i bambini a giocare con i piccioni.

Quasi sempre la nostra passeggiata finiva quando si arrivava davanti ad “Altero”, questo era un negozio con nel retrobottega il forno dove veniva fatta una pizza al taglio squisita, ci si incontravano un po tutti, da qualche amico perso di vista da tempo, qualche famiglia che si conosceva.

e)andare al cinema.

A volte, durante la stagione estiva si andava ballare anche il sabato sera, i locali all’aperto erano tanti nella nostra città, Il Parco Verde, il Drago Verde, Il Verde Oasi, il Bel Castello, il Samantha di Casalecchio, la Lanterna di Anzola ecc.

La soluzione che andava per la maggiore era quella delle “feste” private.

Ci si metteva in “moto” per organizzare il tutto fin dal lunedi. Per prima cosa, si decideva a casa di chi farla, poi le ragazze da invitare perchè non tutti avevamo la ragazzina fissa e si doveva pensare anche agli amici che non l’avevano e allora si ricorreva alle sorelle dei nostri stessi amici perchè queste invitassero le colleghe di lavoro.

Di solito la festa iniziava verso le ore 14,30- 15 circa e dopo aver sgombrato una stanza, si sistemavano le sedie tutte in fila lungo le pareti della stanza, di solito il salone della casa. In un angolo un tavolino con sopra le varie bottiglie di bibite oltre ad un giradischi con tutti i dischi che si erano riusciti a mettere assieme dei cantanti del momento, da Paul Anka, a Neil Sedaka, a Adriano Celentano, Little Tony, a Ricky Gianco ecc. i lenti venivano preferiti ai pezzi veloci.

I primi dischi con cui iniziava la festa erano sempre di balli veloci come rock, chachacha, dopo una decina di pezzi iniziavano i primi lenti ed ecco come per incanto spuntare la mano dell’addetto a cambiare i dischi. Di solito quel ruolo toccava farlo all’amico rimasto solo perchè durante la settimana non si era riusciti a trovare la ragazza per lui. Con i pezzi veloci tutto andava avanti tranquillamente e quando iniziavano i lenti che guarda caso dopo qualche minuto dall’inizio della canzone, la sua mano scivolava sull’interruttore della luce per spegnerla e rimanevamo tutti al buio, illuminati soltanto dalla spia del giradischi che quasi sempre era di colore rosso.

Una volta al buio, cominciavano i primi approcci nelle coppie, se la ragazza era la propria “fidanzatina” tutto passava nel silenzio, se invece non era la ragazza fissa, questa al primo tentativo del bacio “rubato” si ribellava e allora tutto andava a monte per il ragazzo e questi doveva continuare a ballare da bravo ragazzo per il resto del pomeriggio oppure tentare con qualcun’altra ma tante volte tutto andava a finire in bianco e non restava che mettersi l’anima in pace accontentandosi di andare in cucina a guardare la televisione tante volte assieme ai padroni di casa.

Alla fine della festa a qualcuno poteva quel pomeriggio essere andato bene, lo si capiva quando finiva la festa, si vedevano le coppie avviarsi a braccetto, cosi che sono nate tante relazioni, alcune di queste negli anni sono finite con il matrimonio durano ancora, mentre tante altre sono durate una sola stagione.

Con l’arrivo della bella stagione il programma cambiava, quando vi erano delle belle giornate, spesso si andava in gita salendo sul colle della guardia “San Luca” dalla scalinata , la spesa era minima perchè da casa ci si poteva portare qualche bibita oltre ad una torta e qualche panino oltre al solito mangiadischi che non mancava quasi mai. Una volta giunti a destinazione si aprivano alcune copertine e si faceva picnic sui prati, tutto questo andava avanti fino al tramonto. Uno dei momenti più belli quando si potevano ammirare le bellezze di questa nostra nuova città che ci aveva ospitati e da dove era ripartita per alcuni di noi, una nuova vita.

Di solito verso le 19 – 19.30 si faceva ritorno a casa per la cena perchè la domenica era il giorno sacro per tutti, l’unico giorno che ci consentiva poter stare sia al pranzo che per la cena in famiglia tutti riuniti attorno ad un tavolo perchè durante la settimana non sempre era possibile, vi erano gli impegni di lavoro che non lo consentivo sempre.

Dopo alcuni mesi decidiamo di trovare qualche altra soluzione per divertirci ed ecco scattare una idea che nel tempo si è dimostrata valida e con cui siamo cresciuti e andati avanti per diversi mesi .

Girando per la città avevamo notato che oltre ai locali di ballo pubblici vi erano “club” privati dove si ballava tutti i giorni festivi oltre al sabato sera, alcuni di questi e più importanti ; Le Trou, Club 37 ecc. erano club privati formati e frequentati in prevalenza da giovani studenti come anche lavoratori con un problema in comune come tutti i giovani di quella generazione, pochi soldi in tasca ma tanta voglia di divertirsi,  per entrare era sufficiente aver una tessera di socio del club,. Tutto questo significava divertirsi con poco, perchè non farlo pure noi…

Vai alla seconda parte.

2 Risposte a “I divertimenti della domenica – prima parte”

  1. leggo sempre con piacere quello che scrivi. Queste tue festicciuole del sabato le avevo sempre sognate ma sono sempre restate nel paese dei sogni. Anche per questo apprezzo la tua forza di carattere e il tuo essere socievole che ti ha permesso di riuscire in tutti i campi che hai scelto.
    Ho sempre ammirato quelli che sapevano ballare e che impressionavano le belle signorine, io le ammiravo silenziosamente.
    Bravo Beppe : balli, canti, suoni, hai amici a bizzeffe, e scrivi anche bene.
    Complimenti.

  2. Sono onorato di leggere che segui sempre i miei articoli, come ho già avuto modo di risponderti che tutto questo detto da Te mi gratifica per tutto lo sforzo che sto facendo nello scrivere questo lavoro, Ti ringrazio.

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