Musicista negli anni sessanta – 1° capitolo

La mia “avventura” di cantante inizia nei primi anni sessanta con un gruppo di amici anche loro appassionati di musica, decidiamo di dare vita ad un complesso; Emanuele chitarrista, Pino bassista, Aurelio sassofonista, Tony batterista e il sottoscritto cantante.

il complesso LES COPAINS
il complesso
LES  COPAINS

Dopo aver chiesto il permesso al barista del locale che frequentiamo, iniziamo a provare nello scantinato. Ciascuno di noi si accolla la spesa del proprio strumento e per l’impianto voci contribuiamo tutti in parti uguali.

Tutti quanti abbiamo già un precedente, io avevo già partecipato ad alcuni concorsi per voci nuove mentre tutti gli altri amici-musicisti avevano avuto anche loro qualche piccola esperienza ma decidono di perfezionare ancora di più il loro apprendimento frequentando corsi presso noti professori presenti nella nostra città.

Il nome viene deciso all’unanimità “ Les copains”. Il repertorio che avevamo era di circa una cinquantina di pezzi ma si aveva tutti una grande fretta di cominciare ad esibirci.

L’ultimo dell’anno- notte di San Silvestro” si avvicinava e tutti noi nell’inconscienza più completa ci volevamo proporre per suonare in un locale della nostra provincia, Lagaro, località sull’appenino tosco-emiliano. Detto-fatto ci rechiamo presso il proprietario del locale trattiamo il compenso, tremila cinquecento lire a testa compreso il cenone di mezzanotte con inizio alle ore 21 circa fino a quando ci saranno clienti nel locale.

Nei giorni che mancano al veglione ci si ritrova quasi tutti i giorni a provare i pezzi già nel repertorio oltre a cercarne nuovi perchè quella notte tutto fa “brodo” le ore sono tante da coprire con la musica.

Arriva la fatidica data, già alle ore diciotto siamo presenti nel locale iniziamo a montare subito l’impianto, proviamo tutti gli strumenti e alle ore ventuno come d’accordo,si inizia.

Con l’esperienza di oggi, quanto coraggio abbiamo avuto ad affrontare una serata di San Silvestro con un repertorio di una cinquantina di pezzi tra cantati e suonati.

Fino alle ore ventitre tutto procede “benino” ogni tanto qualche strumento se ne va per una altra “strada” ma alla fine del pezzo ci si ritrova tutti, ci inventiamo qualche gentile richiesta bis e cosi arriva la mezzanotte.

Ci trasferiamo tutti nel salone per il cenone, il pubblico è abbastanza numeroso, sulle duecento persone circa.Cerchiamo di trattenerci per le lunghe a tavola per avere dopo meno ore da suonare e con molta calma verso l’una e mezza dopo aver fatto un ottimo cenone e aver brindato, riprendiamo a suonare e cantare.

Siccome prima della mezzanotte avevamo già finito tutto il nostro “vasto” repertorio riprendiamo l’intrattenimento ripetendo il nostro repertorio, quello che avevamo eseguito prima ma invertendo la scaletta nella speranza che qualcuno si cominci a stancare e se ne vada a letto.

Alle ore tre non abbiamo più pezzi da riproporre e allora ci dobbiamo inventare qualcosa, riprendiamo con le gentile richieste di bis “inventati” cercando di allungare anche la durata dei pezzi e cosi riusciamo ad arrivare alle sei del mattino quando il pubblico comincia a lasciare il locale con grande gioia da parte nostra. Tutti se ne vanno ma solo una coppia resta in pista, uno stretto all’altro e allora per l’ennesima volta ci dobbiamo inventare qualcosa, passiamo all’attacco cercando di movimentare il ritmo dei pezzi passando da un lento ad un rock ma per questi nulla da fare malgrado il ritmo fosse veloce ma loro restano avvinghiati, si capisce che sono tutti e due cotti di alcool e stanchezza, che fare non possiamo certamente costringergli ad andarsene e allora una nuova idea perchè non invitarli a venire nell’unico bar del paese già aperto a fare colazione, lo proponimo e loro accettano e cosi ci trasferiamo tutti al bar riuscendo a scrivere la parola “Fine” a quella nostra prima serata e che serata, anzi veglione di San Silvestro…..