8° capitolo – Punto della situazione

Da alcuni anni sono entrato nella terza età e penso che sia venuto il momento di fare un punto della situazione di quello che ho dato e quello che ho ricevuto dalla vita e dagli uomini.

   *Nella mia vita, quando potevo studiare che era la mia massima aspirazione, qualcuno me ne ha tolto il diritto, solo a quattordici anni sono stato “spogliato” di tutto, quel poco o tanto che può possedere un ragazzo a quell’età, amicizie, parentele, giochi, i luoghi dell’infanzia, persone a cui ero molto legato fino a quel momento ecc. ma una cosa nessuno è riuscito a portarmi via, la voglia di riuscire nella vita a tutti i costi, senza l’aiuto di nessuno e ma solo con la mia educazione, la serietà, l’onestà e la voglia di fare. Devo confessarvi di esserci in parte riuscito senza l’aiuto di nessuno, politica compresa, visti i tempi che correvano anche allora malgrado fossero gli anni del boom economico.

   *Quando siamo arrivati in questa città dove vivo tutt’ora, primi anni sessanta, trovare un buon posto di lavoro non era facile, ma vi erano solo alcune possibilità, una di queste la raccomandazione da parte di qualche parroco o sezione del partito comunista o quello socialista, per tutto il resto poco o quasi, solo arrangiarsi da solo e io ho scelto quest’ultima. Un giorno un amico mi propone di entrare in un azienda municipalizzata ma a condizione di iscrivermi ad un determinato partito, ho preso tempo. Dopo una notte insonne, la mattina dopo durante la sbarbatura mi guardo allo specchio e mi chiedo se un quasi diciottenne per lavorare si deve “vendere” alla politica, la risposta è stata immediata “sarei stato un uomo fallito in partenza” e cosi ho rifiutato la proposta anche se dopo sono stato deriso da qualcuno, ma dopo quello stesso qualcuno si é dovuto ricredere in gran parte dagli eventi che si sono succeduti.

   *Ricordo ancora quando in Tunisia, eravamo rimasti solo con gli abiti che avevamo addosso, io appena tredicenne ascoltavo quello che dicevano i miei genitori, “andiamocene in Italia cosi almeno saremo a casa nostra, nella nostra patria, dove nessuno ci potrà mai fare del male e non ci potrà togliere nulla”.La nostra speranza era quella.

   *Un giorno ho voluto fare due conti quanto è costato allo Stato italiano il nostro rientro in Patria.

  • Un biglietto, di solo andata, per fare rientro in nave, in Italia
  • vitto e alloggio se si possono definire tali, durante la nostra permanenza nel Centro ma in quel momento lo sono stati, dove ho anche avuto il “piacere” di ammalarmi di tifo e costretto all’isolamento per un mese presso l’ospedale di Bari. Vedevo i miei cari dietro ad un vetro.
  • all’uscita da quel campo una “elemosina” di cinquantamila lire al capo famiglia, secondo loro, avrebbero dovuto bastare per ricominciare a vivere, tenere presente che cinquantamila lire in quegli anni erano poco più dello stipendio mensile di un operaio qualificato, ma noi non avevamo niente ma solo quelle valigie e bauli con cui eravamo partiti dalla Tunisia. Dopo anni ho imparato che probabilmente anche allora vi era qualcuno che ci si arricchiva dietro alle disgrazie altrui, noi siamo stati liquidati con la suddetta somma quando invece in quello stesso periodo, mi risulta che in altri campi la cifra variava, a volte centocinquantamila a famiglia oppure cinquantamila a ogni componente. I tempi cambiano, ma gli uomini, certi uomini no.
  • il biglietto del treno per raggiungere la località dove ognuno di noi ha deciso di ricominciare a vivere.

Come avrete notato, tutto sommato alla fine il nostro rientro è costato ben poco al nostro Stato se mettiamo sulla bilancia il tutto a confronto di quello che costano i “profughi” stranieri che arrivano oggi nel nostro paese.

   *Una legge prevede che ad ogni profugo venga rilasciato un certificato con la qualifica di Profugo, questo solo quando la persona viene riconosciuta tale dallo Stato al fine di ottenere da parte del soggetto i privilegi che prevede la legge che spettano a tutti i titolari del suddetto certificato, esempio lavoro, casa ecc.ecc.

Arrivato in Italia nel 1960 il suddetto certificato mi viene rilasciato dalla Prefettura della mia città solo nel 1970, dieci anni dopo il nostro arrivo in Italia, quando ormai ci eravamo in parte sistemati, a cosa poteva servire dopo dieci anni quel certificato. Il mio certificato è tuttora giacente in un cassetto, mai usato e non ricordo nemmeno più in quale cassetto si trova. Non ho mai usufruito del mio titolo di Profugo per ottenere qualche agevolazione o aiuto da parte dello Stato Italiano.

   *Essendo nato in un paese “protettorato francese” dopo il 1940, con un genitore nato in quel paese, avrei avuto diritto anche alla doppia nazionalità italiana e francese usufruendo di tutti i diritti che hanno avuto i francesi nelle mie stesse condizioni, ben altri e molto migliori delle nostre italiane, ma malgrado tutto non ne sono assolutamente pentito e al rientro in Italia ho fatto la mia scelta, ho scelto quella Italiana.

   *Al nostro arrivo a Bologna qualcuno ci ha subito dato l’idea da come funzionavano le cose in questo paese. E’ stata la politica. Arrivati solo da alcune settimane, eravamo in periodo di elezioni, tutti i capifamiglia vengono invitati da un noto personaggio politico di allora, a presentarsi una domenica mattina in una importante sala cinematografica della città per una comunicazione che ci riguardava. Figuriamoci, subito accorriamo tutti all’invito, ci veniva offerta la somma di cinquantamila lire ad ogni capofamiglia in cambio del voto, equivalente ad una mensilità di un operaio specializzato di quei anni.

   *Per quanto riguarda la casa, al momento di riscattarla malgrado vi sia una legge della nostra Republica la 560/93 che regola il prezzo per i profughi al fine di avere uno sconto, la suddetta legge viene aggirata da parte dall’ente preposto, nel nostro caso l’Istituto Autonomo Case Popolari che intasca per intero il valore senza tenere conto dello sconto di legge che ci spettava. Per aver il rimborso della differenza pagata in più equivalente allo sconto, viene intentata una causa che ancora oggi, a distanza di diciannove anni va avanti, siamo ancora in attesa di vederne la fine questo anche grazie ai tempi della giustizia di questo paese.

Tutto questo forse perchè ci siamo sempre comportati bene, bussando alle porte con educazione chiedendo sempre permesso prima di entrare e mai scesi in piazza per protestare o spaccare qualche vetrina.

A questo punto qualche dubbio mi sorge, ho sbagliato in qualcosa, che dire da parte mia non mi sembra,anche se ho sbagliato l’ho fatto in buona fede e perchè ci credevo, ma qualcun’altro ha sbagliato, e in malafede.

    *Già da alcuni anni il nostro paese l’Italia sta subendo una vera e propria invasione ma ancora oggi qualcuno lo nega anche di fronte all’evidenza dei fatti, invasione da parte di cittadini di paesi facente parte del continente Africa che va dal medio oriente, al sud africa come anche da alcuni paesi del maghreb fra cui anche la Tunisia. Da alcuni di questi paesi si tratta di veri profughi che scappano dalla guerra e possiamo capire bene la loro situazione mentre tanti altri si definiscono o vengono definiti profughi quando non lo sono, nella maggiore parte dei casi si tratta di persone che scappano chi per motivi economici per migliorare le loro condizioni ma anche tanti altri veri e propri delinquenti che vista la situazione in cui versa il nostro paese vengono con l’intenzione di continuare a delinquere.

Ora qualcuno vorrebbe mettere sullo stesso piano il viaggio fatto a suo tempo dai nostri nonni con i barconi che partivano dalla Sicilia diretti in Tunisia e i sbarchi in Italia di questi immigranti. IO NON CI STO.

I nostri nonni sono andati in Tunisia tante volte con famiglia al seguito, con l’intenzione di costruirci il loro futuro vista la situazione in cui versava la Sicilia in quei anni, si sono adoperati per la riuscita del loro intento ma pronti qualora non ci fossero state condizioni favorevoli ad andare da altre parti,hanno esportato dall’Italia buone braccia per il lavoro. Tante volte hanno trovato terreni sabbiosi, si sono adoperati per renderli coltivabili e ci sono riusciti, ancora oggi in quel paese si raccolgono i frutti del loro lavoro vedi vino, olio, frutta ecc. dando lavoro anche ai locali come anche in tante altre attività, sempre collaborando alla crescita di quel paese. Questi invece che arrivano oggi nel nostro paese, premetto che non è mia intenzione generalizzare ma in una buona parte dei casi, si tratta di giovani con nessuno dei familiari al seguito che arrivano e vista la situazione attuale in cui versa il nostro paese già dal alcuni anni anche in carenza di lavoro non se ne vanno verso altri paesi ma restano qui e scelgono la strada più breve per fare quattrini, la manovalanza della malavita, basta aprire qualche quotidiano per leggere fatti accaduti il giorno prima dove guarda caso trovi nomi a noi che proveniamo proprio da quel paese, già noti, per spaccio e traffico di droga, violenza sessuale, rapina a mano armata, furto con scasso, borseggi ecc ma le due professioni che vanno per la maggiore nella mia città sono traffico di droga e borseggi oltre a qualche violenza sessuale.Allora di che cosa stiamo parlando, non confondiamo le due cose per favore, non continuiamo a dire e a scrivere che l’italiano esporta mafia certo qualcuno cè stato e ci sarà sempre, ma l’italiano in Tunisia si è fatto onore lavorando sempre sodo e a testa bassa, nessuno potrà e dovrà mai dire che abbiamo sfruttato quel paese, caso mai non siamo stati noi italiani a sfruttarlo ma abbiamo collaborato anche per la sua crescita e malgrado tutto se cè qualcuno che si deve lamentare siamo proprio noi che siamo stati depredati in alcuni casi,anche di tutto.

   *Nato in un paese musulmano,ex protettorato francese , io da cattolico venivo rispettato da tutti i componenti delle altre religioni compresa anche la musulmana, si conviveva tutti in buona armonia, nelle scuole venivano rispettate tutte le feste religiose Pasqua, Natale, come il Ramadan e tutte quelle festività delle altre religioni , sempre nel rispetto reciproco, mentre oggi nel mio paese stiamo assistendo a situazioni a dire poco scandalose, ma una cosa sto notando, che il vero pericolo non viene tutto dalle altre religioni ma gran parte proprio da quei nostri connazionali che nascondendosi dietro a tante “scuse” oltre a interessi di partito e personali ci stanno togliendo tutto quello che sono i nostri simboli, le nostre radici, la nostra cultura.

Come ho già scritto, in quel paese risiedevano centinaia di migliaia di persone di varie nazionalità, con ceti sociali di tutti i livelli e religioni, si viveva tutti in buona armonia mai uno scontro politico o religioso, la convivenza era ottima.

La nostra storia è poco conosciuta nella nostra città come anche nel resto del paese quando invece le altre sono tutte più note, vedi quella dell’Eritrea- Somalia, la Libia, la ex Jugoslavia,Istria-Dalmazia, ma di quella tunisina nessuno sa nulla della sua esistenza o quasi , malgrado siano state procurate ferite profonde all’intera comunità, oltre centomila persone, ma gran parte della colpa penso che sia stata proprio la nostra, non siamo stati forse abbastanza decisi, capaci di farla conoscere e a divulgarla o farci valere, pazienza ormai i giochi sono stati fatti.

Un fiore che portiamo tutti all’occhiello con tanto orgoglio è l’onestà, l’educazione, la serietà oltre alla laboriosità. Inoltre sono membro del consiglio direttivo dell’Unione Profughi e Rimpatriati dall’Estero di Bologna che raggruppa profughi italiani provenienti da diversi paesi, in tutto un paio di centinaia di famiglie, nessuno componente di queste famiglie ha mai avuto problemi con la Giustizia.

Malgrado questo mio passato di una cosa ne vado molto fiero, sono sempre riuscito a rialzarmi senza l’aiuto di nessuno,nella vita non importa quante volte cadi ma l’importante è rialzarsi, in vita mia non ho mai preso parte a nessuna manifestazione di nessun genere, non ho mai avuto nessuna tessera di un qualsiasi partito e questo mi ha permesso tante volte lungo il percorso della mia vita, potermi togliere dalle scarpe tanti sassolini, sempre guardando dritto negli occhi il mio interlocutore.

Raggiunta la mia non più tenera età, oggi sono felicemente sposato per la seconda volta dopo un divorzio alle spalle avuto dalla prima moglie perchè nella vita capita a volte anche questo, trentacinque anni fa,dal primo matrimonio ho avuto due meravigliose figlie ormai sposate che mi hanno reso per due volte nonno di due splendidi nipoti a cui al primo essendo già adulto ho trasmesso i miei stessi valori e da alcuni anni ho iniziato a raccogliere i primi frutti, mentre al secondo più piccolo sto cercando di fare altrettanto e ne vado molto fiero.

Alla fine di questa mia storia una cosa però devo ammettere, ho avuto una grande delusione proprio da quel paese, il mio, in cui speravo di potermi rifare una vita e aver quella sicurezza e tranquillità per la mia famiglia che all’estero, da stranieri, non eravamo riusciti ad avere, invece non è andata proprio cosi, in parte ci sono riuscito però in fatto di sicurezza oggi mi ritrovo a dover correre certe rischi che nel lontano 1960 speravo di non imbattermici più, invece….

GIUSEPPE RIZZO

 

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2 Risposte a “8° capitolo – Punto della situazione”

  1. ciao Beppe, anche io ho scritto qualcosa sulla mia vita , nato in Tunisia quando siamo arrivati in Francia nel 1959 non pensare, contrariamente a quanto si dice, abbiamo sofferto anche noi in Francia, indifferenza da parte delle persone, la mancanza di soldi, senza casa, per fortuna una delle mie sorelle, che viveva non lontano da Parigi con il marito e 4 bambini, ci ha ospitati e dove abbiamo vissuto in nove in un appartamento composto da tre camere da letto e servizi, per un anno, Mio padre si è subito messo alla ricerca di un lavoro, io,ho dovuto aspettare diversi mesi prima di poter andare a scuola. Abbiamo dovuto attendere circa due anni prima di ricevere un assegno per noi figli minori. Quando è riuscito ha trovare lavoro in una fabbrica di aerei (Sud aviazione dove sono stati fabbricati le « caravelle » , ma la sua professione era quella di ebanista,si è dovuto adattare, siamo andati a vivere in un vecchio hotel pieno di prostitute nel centro di Parigi. Ho avuto la fortuna di entrare in una scuola per poter studiare disegni di ingegneria aeronautica, ma era una situazione insostenibile per la famiglia poter fare fronte alle spese per i miei studi oltre al materiale che occorreva per frequentare quella scuola con tutte le spese che ne derivavano come trasporti per raggiungere la scuola, il vestiario etc etc … Dopo diversi mesi siamo riusciti ad uscire passo dopo passo dalla povertà, grazie sempre a mio padre che si adoperava per tutti i nostri fabbisogni, era un grande uomo , ma quando è arrivato il momento della sua pensione,ha preso una miseria. Fortunatamente eravamo in cinque figli , l’abbiamo aiutato e cosi ha potuto avere quel minimo per sopravvivere. In Tunisia, ha lavorato molto per l’esercito italiano (prima della guerra) in Libia, in Somalia, ha lottato tanto per ottenere una pensione, ma niente da fare,allegando anche una lettera dal suo comandante è stata inutile. Ogni volta che leggo quella lettera,mi vengono le lacrime agli occhi ancora oggi .Amico mio, oggi tutti questi stranieri che vengono in Francia, sono milionari rispetto a quello che abbiamo vissuto noi negli anni 60 in Francia. Un giorno ti racconterò tutto quello che percepiscono come assegni familiari, e aiuti vari, è indecente. Quello che mi dà molta noia di molti nostri compaesani franco-italiani di Tunisia, quando vengono in Italia a trovare parenti e amici vantarsi della nostra situazione, è uno schifo.

    1. che dire amico Aldo, il mondo è cambiato, quella attuale è una situazione che ci fa rivivere un certo periodo della nostra vita, riapre delle ferite che ci portiamo dentro ancora oggi e forse non andranno mai via tanto profonde sono, ci pensi prima in quali condizioni abbiamo dovuto lasciare tutto e dopo come siamo stati accolti dai nostri paesi di appartenenza aiutati nella nostra integrazione, a calci nel sedere e se abbiamo voluto costruirci qualcosa ci siamo sempre dovuti arrangiare senza l’aiuto di nessuno, se tu sapessi quanta rabbia mi viene quando vedo buttare nella spazzatura o per strada i pasti che vengono rifiutati oggi da questi immigrati, per noi sarebbero stati pasti da albergo a cinque stelle ma forse è meglio stendere un velo pietoso..un caro abbraccio “fratello” ..

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