Mia modesta riflessione sulla musica e il canto oggi, nel 2017.

Tutto sta andando a farsi benedire, anche il settore della musica è diventato terreno di conquista, tutti bravi, tanti non appena aprono bocca e urlano si ritengono cantanti sempre cercando nel miglior dei casi di imitare, addirittura nelle tonalità originali come se abbassarle fosse peccato mortale, il proprio idolo esso sia Vasco Rossi, Fiorella Mannoia, Ligabue, Laura Pausini, Pinco Pallino ecc. che io da modesto cultore della musica preferirei definire pessime copie ma nello stesso tempo tutto questo o in gran parte anche grazie al momento favorevole del sistema “karaoke”. Il karaoke può essere “simpatico” per il soggetto che vuole trascorrere una serata tra amici e poter cantare senza nessuna pretesa dove ti è possibile ma accontentandoti di quello che passa il convento perchè d’altronde non si può pretendere di avere le stesse condizioni che hai con un tuo impianto regolato tutto sulla base della tua voce, della tua tonalità poi una base musicale va ricercata sempre accuratamente perchè il pezzo deve diventare e farlo “tuo” cercando di non cadere nell’imitazione dell’interprete originale. Ricordo ancora il consiglio della grande maestra Alda Scaglioni che diceva sempre ” se c’è il talento, per diventare cantante bisogna metterlo al servizio dello studio e della pazienza, bisogna addomesticarlo”.
E poi l’elemento essenziale “la voce”; nel karaoke canti un pezzo quando è il tuo turno con intervalli a volte anche di un ora e al massimo tre-quattro pezzi in una serata, mi chiedo come si fa a dimostrare qualcosa o essere soddisfatti, secondo mio parere occorrono cinque, sei pezzi di seguito prima di cominciare a dimostrare qualcosa. Per non parlare dei compensi dove tanti si vendono anche per qualche piatto di lenticchie mentre i bravi si devono accontentare, anche i gestori in tanti casi ne approfittano vedi il sistema “quante persone ti porti al seguito”.
Con questo, il mio non vuole essere un attacco alla categoria dei “karaokisti” che rispetto ed è giusto che lavorino anche loro però parlare di qualità ne passa.